Perché oggi il Made in Italy deve investire in tecnologia Il The State of Fashion 2026  di BoF x McKinsey descrive un anno che si apre con un clima tutt’altro che semplice per il settore. Il contesto viene definito “challenging” : secondo il report, il 46% dei dirigenti si aspetta un peggioramento delle condizioni di mercato , mentre solo il 25% prevede miglioramenti. I rischi principali sono ormai chiari e convergenti: calo della fiducia dei consumatori , instabilità geopoli

La coerenza sinergica tra wholesaler e brand In un mondo in cui ogni scelta nasce da un click, la coerenza diventa il linguaggio più potente con cui un brand può raccontarsi. Non è solo una questione di estetica, ma di identità: ciò che rende riconoscibile un marchio, credibile un messaggio e autentica ogni relazione. Quando il brand si esprime con la stessa voce — dallo showroom digitale all’e-commerce, dai materiali per i retailer ai loro canali social — nasce un’armonia ca

Nel 2025, oltre il 70% delle decisioni d’acquisto è stato influenzato dal digitale

Fashion Tech Made in Italy: quando la tecnologia incontra l’eccellenza della moda Nel panorama internazionale, il Made in Italy continua a essere sinonimo di qualità, creatività e attenzione al dettaglio.

Nel mondo della moda, il cambiamento digitale non è solo un trend, ma la risposta pratica a esigenze che ogni giorno diventano sempre più pressanti.

Gestire gli ordini nel settore moda B2B non è mai stato semplice. Collezioni stagionali, clienti da diversi mercati, listini variabili, condizioni commerciali che cambiano in corsa

Nel fashion B2B, la digitalizzazione significa molto di più che avere una semplice piattaforma per la gestione degli ordini.

Il “vecchio” metodo: limiti e rischi di una gestione commerciale basata su Excel